Credo sia più importante il processo che il risultato. Per questo dopo aver lavorato per alcuni anni nel mondo della metalmeccanica e aver fatto mio il concetto di resilienza, nel 2005 scopro il mondo delle attività educative estive e intraprendo così un percorso formativo sia nel mondo dell'associazionismo, all'interno di un'associazione di promozione sociale, sia in ambito universitario, iscrivendomi a Scienze del Servizio Sociale. Durante gli studi proseguo il mio percorso lavorativo e formativo in ambito educativo: nelle scuole seguo progetti di motoria e di life skills education, mettendo sempre al centro il gioco come strumento educativo e cerco di aprire una finestra sul mondo effettuando scambi europei come youth leader con adolescenti del vecchio continente; è proprio durante uno di questi scambi che, zaino in spalla, attraverso un percorso fisico e mentale di qualche centinaio di kilometri, mi trovo a scoprire la pedagogia dello sforzo. Dopo essermi laureato lavoro come assistente sociale, sia sul territorio, che con progetti legati all'inserimento socio-assistenziale- terapeutici in favore di persone disabili (Ln.104/92). La mia capacità di adattamento e flessibilità mi ha permesso di lavorare in diversi contesti e con diversi target di persone: ho lavorato come animatore sociale presso un centro di aggregazione giovanile, nell'assistenza educativa domiciliare ed in quella scolastica-specialistica, all'interno di un centro di accoglienza per stranieri e come orientatore scolastico nelle scuole. Quando entro in una classe o lavoro con un gruppo di persone, che sia l'educatore o l'educando, cerco sempre un confronto al fine di stimolare e fare evolvere il processo di apprendimento, perchè per poter interagire con una persona bisogna prima conoscere l'altro e il suo punto di vista.
Marco
Youth Worker
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