Crescere è un atto creativo ed i percorsi di vita, ancor prima che formativi, non ne fanno eccezione.
Dopo una laurea triennale in Storia mi sono scoperto titolare di una libreria (per otto anni), ho condotto i miei primi workshop di scrittura creativa e scoperto il mondo dell'educazione. La sensazione di non essere più nel posto giusto mi ha rimesso in viaggio. Ho quindi intrapreso un corso triennale in Grafologia (di cui ancora devo scrivere la tesi), partecipato alla fondazione di un'associazione culturale e iniziato il mio lavoro come animatore sociale e culturale: casa famiglia, doposcuola, responsabile e coordinatore di due centri di aggregazione giovanile, di percorsi scuola (dall'infanzia alle scuole di secondo grado) e soggiorni estivi per bambini e adolescenti. Lavoro attualmente anche come formatore per una agenzia formativa del territorio.
Eppure la ricerca è uno stato mentale che ti impone sempre nuove mete ed oggi so di cosa ho bisogno: Lifelong Learning, libertà di immaginare, un team che creda nell'atto creativo e sappia non accontentarsi.
Credo nel confronto tra chi è capace di averne, anche quando diventa scontro, perché produce dinamiche generative. Sono anche cosciente di ciò che porto nel mio zaino: capacità di analisi del contesto e conoscenza del territorio, di mettere in rete persone, progetti e realtà diverse; competenze e conoscenze in ambito artistico e creativo e in Outdoor Education, esperienza nella creazione di eventi e manifestazioni. E in ultimo, ma non per importanza, la capacità di "vedere" il progetto realizzato mentre lo stiamo soltanto immaginando: perché un atto creativo, alla fine, è soprattutto uno spoiler sulla realtà.